Ippolito Remigio
Biografia
Remigio Ippoliti è nato a Roviano (Roma) il 18 aprile 1955. Ha studiato al Liceo Artistico, frequentando gli studi di Nino Garajo, Sergio Selva, Enrico Gaudenzi e quello dello scultore Aroldo Bellini. Successivamente ha frequentato la facoltà di Architettura e il Centro Studi Architettura Armena; è stato allievo alla Scuola dell’Arte della Medaglia, Istituto Poligrafico dello Stato. Dal 1980 presta servizio presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e attualmente nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. I suoi primi lavori ad olio sono degli inizi degli anni Ottanta, e dal 1995 estende la sua ricerca attraverso una pittura polimaterica a forti tinte e spessore. 1996 - Istituto S. Filippo Neri, Roma 1997 - Chiostro degli Agostiniani, Bracciano - Galleria ON/OFF, Viterbo 1998 - Galleria Miralli, Viterbo 1999 - Associazione Libero Pensiero, Roma 2000 - Primo premio pittura ii° edizione Premio “Ars et Labor”, Roma - Galleria delta Tartaruga, Roma 2001 - Galleria della Tartaruga, Roma
Critica
Forse una tappa fondamentale del percorso ideale che le opere di Ippoliti sono destinate ad intraprendere nel corso della loro esistenza sarebbe quella di diventare “oggetti d’uso” (un libro, magari, da scoprire con meraviglia in chissà quale biblioteca o un taccuino di qualche avventuroso viaggiatore) ed elementi della stessa natura (una foglia in preda al vento) o anche - e certo il nostro artista ne sarebbe ben lieto - fogli stropicciati di carta gettati distrattamente da qualche parte. Cost ora, nel ciclo intitolato “E fu sera e fu mattina”, Remigio porta la delicata magnificenza del mondo naturale a contatto con materie e materiali spesso dimenticati, trascurati, negletti. E dà voce alla foglia, al libro, al taccuino che ammontano di memorie le infinite apparizioni della realtà visibile: dal “nulla” della civiltà consumistica al tutto dell’immaginifico artista-demiurgo che insegue una sua intima genesi della forma. In questo nuovo mondo Remigio interpreta il linguaggio stesso del supporto “vivente”, fa in modo che le sue ragioni strutturali dialoghino con la presa di possesso dell’immagine, in un divenire metamorfico che trasforma, ad esempio, gli arricciamenti della carta in impalpabili aure di luna e battiti di ciclo (il bellissimo “Plenilunio”). Così, nelle opere di Ippoliti, sarà possibile, magicamente, sfogliare i misteri e le insondabili profondità celesti, come se l’artista-alchimista fosse riuscito a donarci il gran libro della natura, o magari sognasse di mettere in una busta tutto I’abbagliante splendore del sole. Ne viene fuori un profondo intreccio-intrico di evocazioni iconiche, naturali, materiche, mnemoniche che suggeriscono un continuo spazio-temporale e multidimensionale. L’aerea leggerezza e trasparenza dell’acquerello (che con se porta la fluida mobilità dell’acqua) rapisce la luce e la unisce alla materia, dando all’una sostanza e all’altra luminescenza, in un mirabile connubio. - Gabriele Simongini, 2001
Biography:
Remigio Ippoliti was born to Roviano (Rome) the 18 April 1955. He has studied to the Artistic Grammar school, attending the studies of Nino Garajo, Sergio Foresti, Enrico Gaudenzi and that one of the scultore Aroldo Bellini. Subsequently he has attended the faculty of Architecture and the Center Studies Armenian Architecture; he has been student to the School of the Art of the Medal, State Printing Office. From 1980 he currently lend service near the Ministry for the Cultural Assets and Activities and in the National Gallery of Modern Art of Rome. His first jobs to oil are of the beginnings of years Eighty, and from 1995 he shows the search through one polimateric painting to strong inks and thickness. 1996 - Institute S. Filippo Neri, Rome 1997 - Chiostro of the Agostiniani, Braces - Gallery ON/OFF, Viterbo 1998 - Gallery Miralli, Viterbo 1999 - Free Association Thought, Rome 2000 - First prize painting II° edition Prize “Ars ET Labor”, Rome - Galleria Della Tartaruga, Rome 2001 - Galleria Della Tartaruga, Rome
Critic : Perhaps a fundamental stage of the ideal distance that the works of Ippoliti are destined to undertake in the course of their existence would be that one to become “use objects” (a book, even, goodness knows to discover with wonder in which library or a note-book of some adventurous traveller) and elements of the same nature (a leaf in preda to the wind) or also - and sure our artist would be some very happy - rubs sheets of paper throw to you from some part unintentionally. Cost hour, in the entitled cycle “and was evening and was morning”, Remigio take the delicate splendour of the natural world to contact with matters and materials often forget to you, neglect to you, neglecteds. And he gives voice to the leaf, to the book, the note-book that the infinite apparitions of the visible truth pile of memories: from the “null one” of the consumistic civilization to all of the imaginific artist-demiurge that chases one its intimate genesis of the shape. In this new Remigio world he interprets the same language of “the living” support, ago so that his reasons structural converses with the taken one of possession of the image, in becoming metamorphic that transforms, as an example, the curlings of the paper in impalpable aure of moon and you strike of cycle (the beautifulst “Full moon”). Therefore, in the works of Ippoliti, he will be possible, magically, to leaf through the mysteries and the unfathomable celestial depths, as if the artist-alchemist were successful to donate the great book to us of the nature, or even dreammed than to put in one envelope all dazzling the splendor of the sun. He comes some outside a deep one the interlace -intrigue of iconic, natural, materic, mnemonic evocations that suggest a continuous multidimensional space-thunderstorm. The aerial lightness and transparency of the watercolor (than with if door fluid mobility of the water) enrapture the light and joins to the matter, giving to one substance and the other luminescence, in admirable marriage.
Gabriele Simongini, 2001